Un elemento essenziale
Colpire forte nella difesa personale è una delle abilità a cui bisogna giungere il prima possibile.
Colpire in modo tecnicamente impeccabile è qualcosa su cui ci si allena una vita, non c’è dubbio. La qualità nel colpo, invece, è qualcosa da sviluppare da subito in qualsiasi sistema che si occupi di difesa personale.
Perché colpire forte nella difesa personale è così importante?
Nel Krav Maga uno dei primi segnali distintivi per capire se ci si trova di fronte ad una buona scuola o meno è proprio vedere quanto l’aspetto del saper colpire è curato nelle classi… oppure si si passa il tempo a giocare con leve e disarmi.
La difesa personale è primariamente un atteggiamento mentale attraverso cui attuare: prevenzione, de-escalation, azione/reazione quando necessario più le azioni necessarie a seguito dello scontro.
Saper colpire veramente ed essere capaci di generare danno ha due enormi vantaggi in questo settore:
- Rende immediatamente la persona fiduciosa nelle proprie capacità. Questa fiducia rende possibile fare prevenzione (triste a dirsi) non si ha bisogno di dimostrare nulla a nessuno e consente una buona de-escalation perché il comportamento assertivo non è un bluff dettato dalla paura.
- In caso di scontro, statisticamente parlando, anche persone poco o per nulla preparate sono riuscite a risolvere situazioni di aggressione semplicemente colpendo. Colpire con efficacia manda immediatamente il messaggio al proprio aggressore che lo scontro non sarà facile. Sorprendentemente (non più di tanto per chi studia il comportamento degli animali) i predatori preferiscono vittime che offrano poca o nessuna resistenza. Le possibilità che un aggressore desista sono maggiori con una difesa decisa e aggressiva che con una difesa accennata. Spesso, anzi in quest’ultimo caso piuttosto è meglio non fare nulla.
Come colpire forte nella difesa personale: due elementi importanti.
Colpire con grande forza è una dote di cui alcuni sono dotati in maniera innata.
Talvolta si tratta di persone che hanno dovuto fin da piccole imparare a farsi rispettare anche attraverso scontri fisici. Hanno imparato a “fare a botte” così come la maggior parte di noi ha imparato a giocare a calcio, andare in bicicletta e arrampicarsi.
Spesso, poiché non si è trattata di una istruzione formale, hanno difficoltà esse stesse a capire il procedimento con cui si sviluppa il loro talento. Ovviamente non è compito di un articolo risolvere quello che, giusto per fare un esempio, un istruttore di boxe impiega mesi a far capire ad un allievo.
Due grandi incomprensioni
Posso però farti notare subito due grandi incomprensioni generalmente condivise (dai neofiti) sul modo di tirare i colpi.
La prima è che la forza del colpo risieda nell’arto che lo porta. Per cui per tirare pugni forti bisogna avere braccia muscolose.
La seconda è che più spingi più il colpo è forte.
Il miglioramento tecnico nel colpire è una progressione che consente di ottimizzare il rapporto energia impiegata/risultato. Spesso si pensa che per la difesa personale sia necessaria un’abilità tecnica che invece è necessaria solo se si sale sul ring e si combatte con un avversario preparato.
Nella difesa personale concentrarsi su qualcosa del genere allunga i tempi (di molto) e toglie tempo ed energie ad altri aspetti ben più importanti.
Di seguito ti do due semplici suggerimenti per avere risultati da mettere in pista subito. Per diventare bravi c’è tempo,
Punto primo: La forza del colpo per gran parte deriva dalla capacità di trasmettere la forza che le gambe scaricano sul terreno ( e che viene restituita uguale e contraria ) all’arto che va a colpire. Pensa alla struttura scheletrica del tuo corpo.
Gli arti che vanno a colpire sono molto simili ai bastoni a tre sezioni della tradizione cinese. Sono una serie di segmenti uniti da snodi. La loro efficienza nel colpire risiede nella capacità di chi la esercita di trasmettere la forza dal primo segmento della catena affinché giunga sino all’ultimo… e di tenerli allineati al momento dell’impatto.
Punto secondo: Il muscolo può solo contrarsi e decontrarsi. Volendo fare un paragone divertente potremo dire che non ha retromarcia.
Per muovere un arto in una direzione usiamo un muscolo per muoverlo nella direzione opposta usiamo un altro muscolo detto antagonista. Diestendo il braccio uso un muscolo, piego il braccio ne uso un altro. Grossolano ma rende l’idea.
Continuando con il paragone, non abbiamo nemmeno freni. La frenata, quando l’azione del muscolo è troppo forte e rischia di mandare in iperestensione l’arto danneggiando l’articolazione, è bilanciata da muscolo antagonista.
La capacità di sfruttare al meglio l’abilità di contrarre il maggior numero di fibre muscolari in breve tempo quindi è necessaria ma insufficiente e può essere letteralmente azzerata da una inopportuna contrazione dei muscoli antagonisti.
Come colpire forte nella difesa personale: lato pratico
Evita di massacrarti volendo sapere al millimetro come va messo il braccio.
Assicurati di iniziare a colpire di palmo o di avere qualcuno che ti segue per la corretta posizione del pugno.
Usa bene le gambe e il tronco, lanciare un pugno è come lanciare un sasso.
Cura il richiamo del colpo. Se spingi, stai “rateizzando” il tuo impatto: trasferisci la forza in un unico istante invece.
Trova un buon insegnante. 😉
… e se ti trovi in una scuola di Krav Maga in cui il programma di difesa personale prevede solo leve e proiezioni…
… allena la fuga! 😀
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