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Pugno, colpo di palmo, pugno a martello o colpo di dita: cosa è meglio? 

Come sempre dire cosa è meglio ha senso solo se sappiamo a quale contesto ci stiamo riferendo.
In questo video, quindi, ti darò alcune indicazioni che ti saranno utili per capire quali sono i pregi e i difetti di ognuna di queste tecniche. 

Il colpo di palmo.

Delle tre tecniche di attacco questa è la più sicura per quanto riguarda il rischio di infortunio alla mano. Può anche far sorridere ma colpire una persona per davvero è un affare a cui le nostre mani in genere non sono abituate. L’esperienza di colpire una testa a nocche nude è simile a quella di colpire un casco da moto.
Non è qualcosa a cui non ci si può abituare o fare in caso di emergenza, ma di sicuro non tra le esperienze più piacevoli di questo mondo.

Se ti chiedessi di colpire con forza un casco da moto oppure di bussare con violenza ad una porta, sono piuttosti sicuro che useresti il palmo o il pugno a martello.
Questo perchè al momento dell’impatto stai usando, in tutti i due i casi, una parte che è capace di assorbire il colpo a differenza di usare le nocche delle mani (come nel pugno) o le dita (come il colpo di dita).

Il secondo vantaggio nel colpire di palmo è particolarmente interessante per la difesa personale per donne. Il colpire con il palmo consente di passare rapidamente ad altre azioni come il graffiare essendo la mano più aperta.

Il terzo vantaggio risiede nel fatto che esteriormente è più facilmente percepibile come una spinta o un tentativo di difendersi esercitando un’azione meno lesiva. Dovendo giustificare la propria azione in sede legale, infatti, colpire con i pugni o con colpi di dita richiede una motivazione più forte e maggiormente sostenibile rispetto al colpire con i palmi.

Questo anche perché a seguito di un referto, colpendo con i pugni è facile che le nostre nocche vengano a ferirsi, rendendo più difficile sostenere che ci si è solo difesi.
Sì, questo aspetto è noioso e infastidisce ma fare difesa personale significa capire bene come funziona la legge e che il “combattimento in tribunale” è uno scontro a cui bisogna arrivare preparati.
Non vorrai vincere il primo round ma perdere poi l’incontro, vero?

Per contro il colpo di palmo ha diversi svantaggi.
Il primo sicuramente risiede nell’allungo. Rispetto ad un pugno e ad un colpo di dita, la capacità di raggiungere un bersaglio è ridotta. Considerando che, probabilmente, in una situazione di difesa personale l’aggressore è più alto e grosso, questo può essere uno svantaggio particolarmente acuito in tutte le azioni di dissuasione e attacco preventivo.

Il secondo svantaggio riguarda l’essere un colpo vantaggioso e sicuro quando si vanno a colpire bersagli duri ma sfavorevole quando si vuole essere precisi nel colpire bersagli particolarmente sensibili (come occhi e gola) e richiede particolare perizia quando diretto ad ampi bersagli molli come l’addome.

E’ sicuramente vero che una persona addestrata può risultare molto efficace anche in questi contesti, come Bas Rutten ha dimostrato in un video in cui con un colpo di palmo era in grado di rompere una milza finta posta all’interno di un manichino. La maggior parte delle persone a cui è diretta la difesa personale, però, non possiede queste caratteristiche.

Il pugno a martello.

Il pugno a martello ha diversi vantaggi che lo rendono uno strumento molto interessante per la difesa personale.

Anzitutto è un colpo molto istintivo capace di generare grande potenza all’impatto.
Inoltre, come il colpo di palmo, è una tecnica a basso rischio di infortunio aspetto per nulla trascurabile.

Addestrarsi a colpire con i pugni a martello, inoltre, consente un buon livello di trasferibilità anche all’uso di armi improvvisate. Si prendono, insomma, due piccioni con una fava.

Per contro il pugno a martello ha svantaggi ancora più marcati del colpo di palmo per quanto riguarda il raggio d’azione. Malgrado sia un colpo naturale, inoltre, il suo apprendimento non è scontato e richiede un minimo di cura nell’insegnare ad utilizzare tutto il corpo invece che solo la muscolatura del braccio.

Per via della natura circolare del colpo, i pugni a martello generalmente si prestano meno ad azioni di allontanamento rispetto a colpi, come i pugni o i colpi di palmo, che possono essere seguire traiettorie rettilinee.

Il pugno vero e proprio. 

L’arma sicuramente più comune è il pugno.
Chi aggredisce usa quest’arma, quantomeno come primo attacco, nella stragrande maggioranza dei casi. Quasi sempre anche chi si difende usa i pugni. Per via dell’effetto dello stress, infatti, le mani si contraggono in modo simile a quando, dopo una frenata brusca in macchina, ci accorgiamo di aver stretto il volante.

Tra i vantaggi del tirare un pugno sta sicuramente quello del miglior allungo e dell’effetto shock che colpire con le nocche genera su chi subisce il colpo.
Spesso, inoltre, colpire con i pugni è quasi inevitabile se si è sotto stress per cui imparare come farlo nel modo corretto è indispensabile.

Lo svantaggio di colpire con i pugni risiede principalmente in un maggiore rischio di infortunio nell’azione.
Un cattivo addestramento (anche semplicemente essere abituati a colpire unicamente protetti da fascette e guantoni) può causare la frattura delle ossa della mano come è capitato anche a pugili professionisti.
Il che non è proprio il massimo in una situazione di difesa personale.

Come ho già detto nella parte dedicata ai colpi di palmo, colpire con i pugni su un viso lascerà segni sulle nocche. Questo è uno degli aspetti che vengono controllati in caso di denuncia a seguito di uno scontro fisico.
Un elemento da tenere in considerazione per la propria difesa, anche in tribunale.

Colpire con le dita. 

Questa azione presenta tanti vantaggi ma anche alcuni svantaggi da considerare con grande attenzione.

Tra i vantaggi sicuramente c’è il miglior allungo possibile tra tutte le tecniche tirabili con gli arti superiori. 

Inoltre, colpire con le dita richiede poca forza e, su un bersaglio come gli occhi ha effetti devastanti. Anche solo sfiorare con un dito un occhio causa lacrimazione ed il riflesso istintivo di coprire il volto. 

Il riflesso difensivo di chiusura degli occhi si attiva molto spesso anche se il colpo non arriva a segno, dando a questa tecnica ottime possibilità anche solo come diversivo.

Le traiettorie di questo colpo sono molto più libere rispetto ad altri colpi che richiedono il concorso di tutto il corpo per essere efficaci e consentono di colpire da angoli imprevedibili.

Per contro questa tecnica ha svantaggi altrettanto importanti.
Anzitutto per molte persone colpire gli occhi è un tabù che non è facile disinnescare.
Saper tirare una tecnica che si sà già non si sarà in grado di usare ha senso solo se si intende la propria pratica in termini ricreativi.
Secondariamente l’alto livello di lesività rende necessario successivamente fondati motivi per giustificare in sede legale il suo utilizzo, in particolare se si sono causati dei danni permanenti.

Le implicazioni etiche, inoltre, non sono trascurabili.

Colpire con le dita non presenta particolari rischi dal punto di vista dell’infortunio a patto di sapere come posizionare correttamente le dita.

Il problema più grande proprio nel capire quando sia opportuno o meno ricorrere ad una tecnica del genere. Si tratta di una estrema ratio perché senza ombra di dubbio, se diretta a bersagli come gli occhi, alzerà enormemente il livello dello scontro.

Riassumendo:

Questi 4 colpi con gli arti superiori trovano posto nella difesa personale a seconda del contesto, delle capacità di chi si difende e del livello di addestramento raggiunto.

Nessuna di esse dunque è preferibile in modo assoluto ma tutte e 4 concorrono a formare un set difensivo appropriato.
Una possibile progressione potrebbe essere imparare a colpire di palmo, poi con i pugni a martello, quindi con i pugni ed infine con le dita.

Colpire di palmo e di pugno a martello possono essere invertiti in questa scala a seconda delle propensioni del discente. In un contesto di scarso tempo disponibile disponibile, come durante un intensivo dovuto a situazioni di pericolo pressante, il colpo con le dita può figurare come primo nell’ordine di apprendimento. 

Chiudo ricordando che l’aspetto tecnico nella difesa personale è conseguente ad una comprensione delle dinamiche della violenza e di come funziona il nostro cervello sotto stress. Le tecniche si inquadrano in un contesto più ampio di preparazione fisica, mentale e tattica.

Da sole, lasciano il tempo che trovano o sono ascrivibili ad un percorso, rispettabilissimo, a carattere ricreativo o di crescita personale. 

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