Prepararsi al combattimento richiede logica. Affrontarlo, coraggio.
Logica del combattimento individuale di K. Kernspecht è tra i primi libri tradotti in italiano che tratti l’argomento difesa personale in modo scientifico.
Il libro risale ad un periodo nemmeno troppo distante in cui era sentire comune pensare alla difesa personale come ad una “conseguenza ovvia” della propria pratica marziale o di sport da combattimento.
Da allora, parliamo di “ere” fa, di sicuro si è fatto molto per comprendere come le finalità di una pratica sportiva e marziale siano differenti da quelle della difesa personale. Non sarebbe sbagliato, volendo individuare un punto di svolta, considerare nel testo di Kernspecht il primo passaggio verso un nuovo modo di analizzare il combattimento per le necessità reali.
Un libro di riferimento per il combattimento e la difesa personale
Il testo, che non è mai diventato un best seller e che tutt’ora risulta di difficile reperibilità, è comunque un vero e proprio testo di riferimento per chi si occupa di difesa personale.
Gli argomenti trattati esaminano molto poco, se non in modo funzionale le tecniche del Wing Tsun, per concentrarsi sui principi che le fanno funzionare e sulle ragioni fisiologiche che stanno dietro ad essi.
Ne elenco alcuni:
– Per quale motivo la divisione in quattro settori da difendere sia più efficace per contrastare ad un’aggressione rispetto alla memorizzazione di tecniche da abbinare ad ogni attacco.
– Il perché il riflesso di tipo tattile sia da preferire nel corpo a corpo.
– Il principio della risposta “universale” e la necessità di economizzare le risorse mentali in situazione di stress.
Nel libro si trova anche una interessante analisi di come si sviluppa il pre-confronto e come può degenerare. Kernspecht, come racconta lui stesso, ha elaborato le sue conclusioni dopo un lungo periodo di osservazione.
Cercava posto in bar particolarmente malfamati, ordinava una birra e aspettava di vedere le liti che spesso accadevano. Osservava come cominciavano, si sviluppavano e terminavano.
Tornato a casa prendeva appunti.
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