Come reagire e vincere lo stordimento.
Cosa succede quando si viene colpiti al volto?
Si può allenare la capacità di reazione da una situazione di stordimento?
Nel Krav Maga, esistono delle metodologie per allenare l’atleta a gestire questa condizione. L’eventualità negli sport da ring di essere colpiti come nella difesa personale è da mettere in conto. Pertanto, come ogni altro abito dell’allenamento, l’atleta va messo in grado di sapere cosa può succedere ed essere preparato ad affrontarne l’eventualità.
Di seguito trovate un interessante approfondimento di Andrea Pau, che, nella duplice veste di praticante di krav maga e medico si è prestato a scrivere un articolo sull’argomento.
Buona lettura.
Stordimento e reazione: Anatomia
Cercando di semplificare la massimo possiamo suddividere anatomicamente l’orecchio in orecchio esterno medio e interno , i primi 2 hanno la funzione di convogliare e trasmettere l’energia meccanica vibratoria del suono; mentre l’orecchio interno è deputato sia al controllo dell’equilibrio che alla trasduzione del suono, ossia convertire l’energia meccanica vibratoria in impulso nervoso che viene mandato alla corteccia uditiva). Sostanzialmente ci permette di sentire. Nel dettaglio dobbiamo però concentrarci sull’orecchio interno e in particolare nella porzione in cui è presente l’organo dell’equilibrio l’orecchio interno e costituito dal labirinto, esso si può dividere in : labirinto osseo (un complesso sistema di cavità scavate nello spessore dell’osso temporale) e dal labirinto membranoso, costituito da vescicole e condotti membranosi rivestiti da un sofisticato epitelio e situato dentro il labirinto osseo. Il labirinto membranoso si presenta come un insieme di organi cavi ripieni di un liquindo (endolinfa) e l’interno e rivestito da meccanocettori (recettori meccanici) detti statocinetici. (percepiscono il movimento dell’endolinfa) Il labirinto osseo si può suddividere in una porzione anteriore in cui è contenuta la coclea, l’organo dell’udito, e in una posteriore detta vestibolare, questa porzione è quella che dobbiamo prendere in esame ed è costituita da 3 canali semicircolari (che sono quelli che ci interessano in merito alla rotazione): laterale, posteriore, superiore (o anteriore). In questi canali sono situate le strutture nervose vestibolari deputate alla registrazione delle accelerazioni di tipo rotatorio della testa, questi altro non sono che dei recettori che riescono a convertire lo stimolo meccanico in un impulso nervoso che viaggia poi verso il cervelletto. I canali semicircolari sono orientati nei tre piani dello spazio ( saggitale, frontale e trasversale) e posti ad angolo retto tra loro, questi costituiscono ( grazie alla stimolazioni di recettori detti ampollari) un perfetto sistema di rilevazione di accelerazioni angolari prodotte dalle rotazioni della testa. Ogni canale semicircolare è ripieno di endolinfa e ha alla sua base un rigonfiamento detto ampolla, che a sua volta contiene la cupola, una massa gelatinosa della stessa densità dell’endolinfa, che è collegata a cellule capellute (i recettori) . AI movimenti del capo seguono quelli dell’endolinfa che sono rilevati dai recettori mediante i movimenti della cupola. Oltre questi due canali abbiamo due organi detti sacculo e otricolo che hanno la forma di un piccolo rigonfiamento colmo di endolinfa. Al suo interno sono inoltre presenti dei microcristalli di carbonato di calcio (otoliti) che consentono ai recettori sensoriali (meccanocettori), posti nella parete del sacculo, di percepire l’accelerazione verticale (quella, ad esempio, che si prova salendo in ascensore o in aereo ) .
Stordimento e reazione: Fisiologia
Le informazioni provenienti dal vestibolo, unite a quelle visive e muscolari ci consentono di mantenere la stazione eretta e l’equilibrio. Tutto questo sofisticato meccanismo è naturalmente collegato tramite il nervo vestibolare con il cervelletto (paragonabile ad un straordinario processatore di informazioni) che, in connessione con la corteccia motoria, permette di compiere movimenti fini e precisi. I due sistemi dell’otricolo e del sacculo e quello dei canali semicircolari funzionano in un modo diverso, ma nell’insieme permettono di avere informazioni spaziali precise sia in posizione statica che dinamica : Nel sistema del sacculo e dell’utricolo ci sono gli otoliti che spostandosi per inerzia stimolano le cellule nervose sottostanti(recettori) che segnalano l’accelerazione lineare. Nei canali semicircolari invece il movimento dell’endolinfa stimola i recettori (in questo caso su assi diversi) facendoci percepire l’esatta posizione del capo. Le informazioni captate dai recettori presenti nei canali vengono inviate al cervelletto e interagiscono con le altre formazioni nervose centrali deputate all’equilibrio (occhi, tronco encefalico,corteccia cerebrale).
Cosa succede durante una rotazione prolungata:
L’apparato vestibolare è predisposto per rispondere al meglio ad accelerazioni rapide e brevi, risulta quindi facilmente ingannabile quando facciamo accelerazioni lunghe (questo spiega i capogiri che si hanno quando si ruota più volte su se stessi fermandosi improvvisamente). Nello specifico: Durante una rotazione, il fluido( l’endolinfa) nei canali semicircolari comincia anch’ esso a muoversi e ruotare, seguendo il movimento rotatorio del nostro corpo, quindi se noi ci fermiamo di colpo percepiamo ancora la rotazione, questo perché l’endolinfa continua a ruotare e a stimolare i recettori per un po’, dando questa falsa sensazione di rotazione. Si può paragonare il fenomeno ad un secchio pieno d’acqua che vien fatto ruotare a gran velocità, se interrompiamo la rotazione l’acqua continuerà comunque a muoversi per un po’.
Si può contrastare questo meccanismo ?
Si. Considerato dunque la fisiologia, si spiega perché nel krav maga si insegni a fare un rapido movimento del capo lateralmente in controrotazione, in questo modo, si può fermare piu rapidamente la rotazione dell’endolinfa, esercitando sul liquido una forza la cui direzione è differente.
La plasticità neuronale.
Al di là della tecnica comunque Il cervello si adatta a sopprimere i segnali erronei che cervelletto e corteccia cerebrale ricevono durante una rotazione, questo è stato di recente provato da una ricerca dell’Imperial College di londra studiando un gruppo di ballerine e effettuando delle scansioni cerebrali con la risonanza magnetica. Questo ci mostra come l’allenamento sia in grado di modificare la nostra mente nello sport e soprattutto nelle arti marziali dove la finezza del movimento risulta di importanza fondamentale. Infatti nel cervelletto la ripetizione nel tempo di determinati schemi motori ha un effetto plastico modificando i circuiti cerebellari, accrescendo in maniera straordinaria l’efficenza e il controllo di un determinato atto motorio. Sostanzialmente se si può imparare a tirare un calcio frontale, si può imparare anche a gestire efficacemente la sensazione di capogiro.
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