Quando la difesa personale funziona senza “muovere le mani”
Questo articolo riporta una situazione di aggressione verbale realmente accaduta.
Leggi il resoconto e le considerazioni nostre e quelle della persona coinvolta.
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Racconto di D.P.
Stavo uscendo da un pub quando due tipi mi si avvicinano. Era una festa e molti avevano bevuto parecchio. Uno di questi due si fa avanti faccia a faccia e mi dice in un modo che non si capiva se volesse attaccar briga o stesse solo scherzando: “Tu hai più capelli di me”. Lui, rasato a zero, si riferiva ai pochi capelli sparsi che mi tengo ben stretti. La frase non aveva granché senso. Ed infatti non sapevo che rispondere. L’amico da dietro si avvicina e anche lui mi fronteggia: “Perché? Cos’è ci sono problemi?” I miei dubbi sono caduti. In quel momento il mio allenamento al Krav Maga mi è stato utile ma non dal punto di vista delle tecniche. Ho ricambiato lo sguardo dei due e mi sono posto in modo da fronteggiarli. Mentre lo facevo pensavo solo a mostrare che non intendevo prestarmi al loro divertimento. “Ragazzi, va bene il bere, va bene il divertirsi ma non abbiamo più 14 anni e non mi sembra questo il modo di rivolgersi ad una persona che non conoscete.” La frase non era nulla di particolare. Nè minacciosa, né spavalda. Penso che li abbia convinti il fatto che mi sia mostrato sicuro, forse il tono di voce. “Vai vai… “ mi hanno detto ridendo. Meglio così. Perché complicarsi la vita?Considerazioni sull’aggressione verbale:
L’alcool è una presenza statisticamente elevata nei litigi per futili motivi. Nei luoghi in cui si beve molto e nelle situazioni in cui in qualche modo ci si sente autorizzati a festeggiare è buona norma mantenere un livello di vigilanza una tacca più alta del normale. “Tu hai più capelli di me” Chi sta decidendo se “divertirsi con voi” valuta attentamente il vostro potenziale come vittima. Una domanda disorientante o una scusa rivelano al potenziale aggressore se siete una persona che è capace di reagire e creargli problemi o se andate bene per il suo concetto di divertimento.Considerazioni a mente fredda della persona aggredita
Tra le mie preoccupazioni c’era il fatto che erano con me anche un amico (senza alcuna preparazione in materia di difesa personale…) e due ragazze; per non parlare del pericolo dei buttafuori: se vedono che scoppia una rissa nel locale menano chiunque, senza guardare chi ha iniziato o chi si è soltanto difeso… All’uscita dal locale ho pensato bene di accelerare il passo ed allontanarci quanto prima da lì… Non si sa mai. In effetti la pratica del Krav Maga mi è servita per gestire in primo luogo la mia reazione emotiva di fronte a quelle persone. Inizialmente per evitare qualsiasi escalation:”Stiamo andando via… Non voglio problemi”. In effetti stavamo proprio uscendo.In secondo luogo sentivo che ciò che ho appreso mi poteva tornare utile: anche perché i due tipi si disponevano in un modo assolutamente “poco marziale”: uno attaccato all’altro, testa proiettata in avanti, braccia estese presso i fianchi, gambe larghe (tipico compenso di chi ha ecceduto con l’alcool, come insegna la neurologia…). Il fatto di praticare Krav Maga non rappresenta per me una garanzia certa di successo, in caso di aggressione: innumerevoli le variabili che possono intervenire. Ma so che ho degli strumenti validi, testati da chi affronta situazioni di pericolo ben più gravi di quelle a cui, tendenzialmente, posso andare incontro io, per cui… ME LA POSSO GIOCARE. Per non parlare della responsabilità che avevo verso le altre persone che erano con me.Commenta questo articolo con le tue impressioni o racconta qualcosa che è accaduto a te.
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