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I 4 fattori cruciali che caratterizzano le migliori federazioni di Krav Maga, come riconoscerli e usarli a tuo vantaggio.

Ma in verità questo articolo poteva avere anche il titolo, molto più esplicito di:

Come evitare di farti vampirizzare in ruoli senza sbocco e senza crescita o di essere l’inconsapevole tramite di fesserie di difesa personale degne delle peggiori raccolte su youtube.  

Le migliori federazioni di Krav Maga … per te!

Prima che tu possa anche solo inarcare un sopracciglio te lo dico subito: Non ho provato tutte le federazioni di Krav Maga presenti al mondo. D’altronde, anche l’avessi fatto di sicuro non le metterei in ordine come fosse la hit parade dei 10 pezzi più ascoltati. 

Pensi davvero che servirebbe?
No, sarebbe comunque la mia opinione.

Ho invece per te del bel materiale tosto che, tra l’altro, puoi usare ben bene anche come scudo anti-fregature.

Diciamo ogni volta che vuoi evitare situazioni in cui vieni sfruttato, non ti venga riconosciuto merito per quello che fai ma in compenso fai da parafulmine ai casini che fanno gli altri, in particolare chi sta sopra di te.
Situazioni idilliache, ci siamo capiti. 

Per darti questi strumenti mi appoggio ad una teoria su cui puoi tranquillamente documentarti di persona e che fa capo a Abraham Maslow e alla sua piramide dei bisogni e necessità.

Trovi a questo link una descrizione dettagliata 

Migliori federazioni di krav Maga, i fattori cruciali

Abraham Maslow teorizzò, nel suo libro Motivazione e personalità, che esistesse una gerarchia di bisogni attraverso cui fosse possibile individuare una sorta di sviluppo o evoluzione dell’essere umano. 

Il primo stadio è la semplice sopravvivenza.

Nulla è possibile se non abbiamo accesso a cibo e acqua, riparo, vestiti e riposo.
Questi bisogni primari avranno sempre il richiamo più forte su qualsiasi altra cosa vorremo intraprendere se rimangono inappagati. 

Questo primo stadio, per quanto riguarda l’argomento di questo articolo, non ci riguarda.
Sono piuttosto sicuro che, se sei qui a leggerlo, queste necessità sono già assolte.

Il secondo stadio riguarda la sicurezza.

Ovverosia, assolti gli immediati bisogni di base, si vuole avere la certezza che guardando al futuro essi vengano garantiti. Non voglio solo essere sicuro di sopravvivere oggi ma mi doto di strumenti per poterlo fare, magari in modo anche più agevole, nei mesi e negli anni avvenire. 

Il secondo stadio ci riguarda da vicino per quanto riguarda il Krav Maga e la difesa personale.
Infatti nell’ambito della sicurezza rientra pienamente quello che è il comparto tecnico e tattico, assieme alla metodologia di allenamento mente e corpo.
Insomma, per dirla in termini concreti, quello che poi vai ad insegnare alla classe.

Una buona federazione si preoccupa di fornire strumenti validi ai propri istruttori e che tali strumenti consentano agli stessi di svolgere un lavoro impeccabile. 

Una cattiva federazione si preoccupa di vendere prima agli istruttori e poi ai loro allievi qualsiasi cosa che dia l’illusione di possedere questi strumenti.
Giusti il tempo necessario per scappare con il malloppo. 

Il terzo stadio riguarda l’appartenenza.

Le persone che possono guardare con fiducia al futuro vogliono far parte di un gruppo che riconoscono come valido. L’uomo è un animale sociale che lega istintivamente, in chiave primitiva, la propria sopravvivenza e crescita all’appartenenza ad un gruppo/tribù. 

Per chi pratica Krav Maga e difesa personale questo aspetto è cruciale. Possiamo infatti dire che le nostre classi sono team estremamente affiatati in cui le persone però passano il tempo a scambiarsi pugni in faccia. 

Non potrebbe essere diversamente.
Per apprendere a difendersi occorre saper difendere attacchi portati realisticamente ma con il giusto livello di controllo. Questo è un atto di grande fiducia che solo un gruppo sano e ben organizzato può offrire. 

Le buone federazioni sponsorizzano questo pensiero inclusivo in cui tutti hanno valore e tutti concorrono alla crescita del singolo. 

Le cattive federazioni operano nella logica di cane mangia cane preferendo una struttura in cui le risorse vengono portate al vertice ed in cui i livelli sono ben blindati per proteggere questo afflusso. 

Il livello successivo è quello della stima

Far parte di un gruppo è bello. Farne parte come elementi che vengono valorizzati dallo stesso è eccezionale. Non solo ci si sente “protetti” ma ci si sente anche “riconosciuti”.

Per il Krav Maga e la difesa personale questo tassello indica la prima fase di vero sviluppo dell’atleta in seno al gruppo. La differenziazione e la personalizzazione grazie ad un sano sviluppo del problem solving consente ad ogni praticante di fare proprio il sistema invece di fare proprio il sistema. Un istruttore insicuro teme che l’allievo esca fuori dal seminato perchè ha l’ansia di controllarlo. Un istruttore valido sostiene l’allievo nel padroneggiare il sistema perchè sa che nulla è peggio di un insegnamento che produce “fotocopie dell’insegnante”. 

Una buona federazione spinge affinché i suoi istruttori si specializzino, studino e si aggiornino anche al di fuori delle aree di competenza strettamente legate alla pratica.
La diversificazione e lo sviluppo sono sintomo di ricchezza e aprono a nuove idee e sviluppi. Una Buona federazione riconosce i pregi dei suoi istruttori, li valorizza e li porta ad esempio.

Una cattiva federazione cerca in tutti i modi di frenare le individualità temendo che queste possano fare “ombra” al vertice. Inoltre non si fa scrupolo di sfruttare il più possibile i talenti, prendendosi il merito delle loro idee. L’istruttore è visto come una batteria, non come un generatore. 

Infine, l’ultimo stadio, la Realizzazione

Quello che un uomo può diventare, deve diventare.
L’ultimo stadio riguarda il raggiungimento del proprio pieno potenziale. 

Il Krav Maga è uno degli strumenti che possono concorrere a questo obiettivo. Ma davvero pochi, ovviamente, possono identificarsi in questa via come insegnanti. 

Questo passaggio implica anche il fatto che allievo o istruttore considerino concluso il loro percorso e decidano di passare ad altro. 

Ma a questo punto siamo già ben oltre dal parlare di buone o cattive federazioni.

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