Fare arti marziali rende violenti?
La domanda che chiunque abbia fatto arti marziali ha sentito milioni di volte.
Hai mai provato a discutere con uno che ti accusa di essere violento?
Non puoi parlare con calma perchè ti sovrasta con le accuse.
Se ribatti ed alzi la voce, ti accusa di aggredirlo.
Se ti ritiri dalla conversazione, dice che lo fai perchè non riesci a controllarti.
Se lo aggredisci, beh, gli dai partita vinta.
Correva il 1985 quando misi piede nella prima palestra di arti marziali e da allora questa tematica mi ha perseguitato come un fantasma.
L’etichetta del marzialista violento, funzionava bene allora e funziona bene anche adesso.
D’altronde cosa possiamo aspettarci?
Ci siamo sorbiti tra gli anni ’80 ad oggi tonnellate di film di arti marziali in cui, mista a filosofia da marciapiede in salsa orientale, qualsiasi situazione di conflitto veniva risolta a suon di botte.
Non che si possa dar torto agli sceneggiatori.
Un film d’azione senza combattimento o guerra è discretamente palloso.
A parte di quelli di inseguimenti di macchine. Quelli sì che spaccano.
Non stupisce dunque che, quando qualcuno del mondo delle arti marziali sbrocca, diventa caso nazionale e torme di psicologi vengono chiamati a riesumare il cadavere il sempre verde quesito: “Le arti marziali fanno diventare violenti?”
Arti marziali e violenza, un caso realmente accaduto.
L’ultimo caso in cui mi sono imbattuto (recente solo per me) è quello del Maestro Shaolin Augilar di Bilbao. Me l’ha segnalato un vecchio amico che, come me, ha passato il periodo in cui i video di arti marziali si compravano in videocassetta tramite riviste specializzate.
(Grazie Manolo)
Il tipo, per farla breve, ha fatto fuori delle donne e le ha fatte a pezzi.
In calce a questo articolo trovi i link se ti vuoi fare una cultura.
Ossa delle vittime sono state trovate nella sua palestra, pare alcune anche sotto il tatami. Il che, devo dirlo, mi sembra una cosa complicata. Voglio dire, a meno non abbia scavato una buca, se metti anche solo un sassolino sotto il tatami, si vede immediatamente. Oltre che sentirsi.
Negli articoli, chi più chi meno, si trovano illazioni sul fatto che fosse un vero Shaolin o meno e stralci di interviste a psicologi sulle relazioni che ci possono essere tra pratica marziale e devianze.
A voler farla breve, si potrebbe benissimo dire che c’è una bella differenza tra correlazione e causa effetto. Il fatto che fosse o meno un imbroglione e che facesse arti marziali ad alto livello (o comunque vogliamo definire chi pratica da una vita) non crea automaticamente un nesso con i delitti che ha commesso.
Ad esempio statisticamente parlando c’è una correlazione tra:
Soldi investiti in America per la ricerca tecnologica e i suicidi per impiccagione e soffocamento;
Persone annegate in piscina e apparizioni in film di Nicolas Cage;
Consumo di formaggio e persone morte per essere rimaste avvolte nelle proprie lenzuola;
Divertiti guardando gli altri a questo sito: http://tylervigen.com
A volerne parlare più approfonditamente, per dimostrare un nesso di causa ed effetto, servono dati e ricerche ben più imponenti che qualche caso e due pareri ( anche se da persone qualificate).
Non entro maggiormente in merito.
Dai un’occhiata a come funziona il metodo scientifico se vuoi guadagnare fiducia nell’umanità e perderla immediatamente al primo post di facebook (https://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_scientifico)
Arti marziali e violenza, tutto in un unico calderone di imprecisioni.
Il discorso delle arti marziali che fanno diventare violenti si inquadra in tanti altri discorsi similari che vedono ad una questione complessa in cui entrano in gioco innumerevoli variabili, trattata con rapporti semplici di causa ed effetto attraverso cui mettere una bella pezza a tutto.
Tolto quello, problema risolto e si passa ad altro.
Vedi come spesso vengono trattate le notizie di delitti da parte di giovani:
Colpa della discoteca in cui “mangiano le droghe”
Colpa della musica rock / heavy metal “con i messaggi di Satana da ascoltare al contrario”.
Colpa dei videogiochi o dei giochi di ruolo “che fanno perdere il contatto con la realtà”.
Credo che il concetto sia chiaro.
Poche cose possono essere causa netta di un comportamento ben preciso.
Molto più corretto è parlare di concorso di più elementi.
Concludendo:
Tornando alla domanda iniziale.
A mio modestissimo parere le arti marziali non fanno diventare violenti così come non fanno diventare Zen. Sono uno strumento che ha le sue particolarità e specificità e che può funzionare molto bene per trovare un proprio equilibrio ed essere una persona migliore.
Ho conosciuto marzialisti che posso dire essere davvero delle persone illuminate ( a prescindere dal livello di abilità). In alcuni puoi percepire uno stato di pace interiore capace di ispirare.
Accanto a questi ci sono tante figure ( o figuri ) che sembra facciano dello scontro e della violenza la propria bandiera: Rambo e Punitori della domenica, ladri di galline che si creano un alone di misticismo per mungere le persone che si affidano a loro; e veri e propri idioti che sono un po’ l’uno e un po’ l’altro senza avere le capacità tecniche dei primi e la scaltrezza dei secondi.
Come in ogni ambito, d’altronde.
Nulla di nuovo, cambia solo l’etichetta.
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Ecco i Link ai delitti dello Shaolin di Bilbao, se ti è rimasta la curiosità:
http://www.cronaca-nera.it/4062/aguilar-monaco-shaolin-ucciso-due-volte
https://mindfuleast.wordpress.com/2014/07/02/lassassino-shaolin/
https://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/huang-aguilar-morta-vittima-nigeriana-ortuya-1583064/