Non può colpirti qualcosa che non riesce a trovarti.
L’autodifesa verbale è direttamente collegata a quanto la tua mente è preparata a combattere. L’eventualità di essere aggrediti fisicamente verbalmente è estremamente superiore a quella di essere aggrediti fisicamente. Potremo dire, a seconda del mestiere, addirittura qualcosa di quotidiano.
Cosa succede quando si viene aggrediti?
La mente si paralizza e quello che la persona riesce a fare è unicamente rispondere balbettando monosillabi oppure lasciarsi trascinare in una lite ad urla. Le frasi sferzanti e composte che uno avrebbe voluto dire in quei momenti per controbattere l’affronto arrivano in mente solo molto dopo. Quando ormai è troppo tardi.
Forse avrai provato anche tu la fastidiosa esperienza di rievocare ancora ed ancora l’esperienza di aggressione verbale immaginando ogni volta una risposta diversa e sempre migliore.
Il Krav Maga può dare moltissimo per preparare la persona a reagire anche a situazioni di questo tipo grazie alla preparazione mentale che offre. Si può dire che l’autodifesa fisica sia una via preferenziale per apprendere anche l’autodifesa verbale. (leggi anche questo articolo se vuoi approfondire)
Autodifesa verbale: I presupposti.
Partiamo da due presupposti.
1) Quasi nessun confronto fisico manca di una precedente fase di aggressione psicologica.
2) Il nostro cervello NON distingue la differenza tra un’aggressione fisica e una verbale/psicologica.
Il cervello è il vero protagonista di questo scenario. Infatti è nella cabina di comando che capita tutto.
In una aggressione verbale, proprio come in un combattimento fisico, ad essere aggrediti con la stessa violenza sono i nostri valori anziché il nostro corpo. Ciò in cui crediamo può essere attaccato, umiliato o ridicolizzato, il nostro amor proprio sbattuto come un tappeto senza alcun rispetto.
Per questo possiamo trovarci a rispondere scompostamente gridando quando vorremo rimanere calmi o a sussurrare parole di risposta senza alcuna forza. Non ultimo a rimanere bloccati con la rabbia che rimane in gola.
Autodifesa verbale: Cosa succede nella nostra mente.
Questo capita perché, esattamente come in un combattimento fisico, il nostro “cervello arcaico” prende il comando superata una certa soglia di stress.
Con cervello arcaico intendiamo la parte che da sempre è stata preposta a regolare le attività legate all’automantenimento, alla sopravvivenza e alla riproduzione. I suoi strumenti sono rudimentali ma molto efficaci e, nel contesto della sopravvivenza, si riducono a tre semplici comportamenti.
- Combatti,
- Fuggi,
- Immobilizzati/sottomettiti.
In un contesto di pura sopravvivenza questi comportamenti hanno funzionato benissimo ( e tutt’ora continuano a farlo) ma nella logica delle aggressioni verbali che, a torto o a ragione nella nostra società sono presenti, risulta pesantemente inadatto.
Pesantemente inadatto ma non evitabile.
Superata una certa soglia di stress, per aggressione fisica o verbale, non potremo contare sulla logica nè sul ragionamento. Non potremo perchè la parte del cervello deputata a queste aree è stata scollegata in virtù di una primitiva, ma più pronta, reazione di attacco/fuga/paralisi.
Autodifesa verbale: In che modo ci si prepara.
Ricordi la tua prima lezione di scuola guida?
Ricordi la prima volta che sei salito su una moto o su un scooter?
Torna ancora più indietro e cerca il ricordo della tua prima volta in bicicletta.
Sono piuttosto sicuro che a questi ricordi sia legata una forte componente di emozione e di paura.
Eppure oggi guidi sicuro.
Tanto sicuro che malgrado sicuramente tu abbia evitato degli incidenti e fatto le tue cadute in bicicletta l’idea di metterti al volante ed in sella di certo non ti paralizza dal terrore.
L’estraneità ad un ambito, la mancanza di confidenza genera la paura. La paura porta ad attivare i meccanismi di difesa che sulla paura, quella per un’aggressione reale e mortale, sono stati tarati.
Il contrario di essere estranei ad un ambito significa avere confidenza. Significa essere abituati a gestire situazioni di aggressione fisica e verbale.
Come ho scritto il cervello non fa differenza tra le due aree ed è per questo che addestrarsi correttamente al combattimento fisico ha delle ripercussioni molto forti anche sull’autodifesa verbale.
Autodifesa verbale: I benefici del Krav Maga.
Avere confidenza sensoriale ed emozionale con il combattere, avere confidenza con la capacità di sostenere un combattimento.
Il Krav Maga insegna a trattare le situazioni di aggressione in modo tale che le emozioni siano utili anziché drenare risorse importanti. La mente viene preparata assieme al corpo. Le prove sotto stress e gli scenari allenano ancora di più la mente del praticante a trattare la situazione di aggressione in modo lucido.
Nello specifico, volendo trovare delle analogie dal punto di vista fisico, potremo dire che:
L’addestramento al combattimento negli strike (pugni, calci, ginocchiate, gomitate) stimola l’abilità di fronte ad un insulto improvviso o ad una provocazione in modo da rimanere freddi e concentrati. Esattamente come quando si è sotto i colpi si riesce a resistere il tempo necessario per contrattaccare in modo efficace. Aver preso un colpo (o un insulto) non sorprende e non scompone.
L’addestramento alla lotta fa si che si sia capaci di tenere la propria lucidità per lunghi periodi di tempo. Lottare è avere a che fare con le pressioni che l’avversario esercita per sottometterci. Chi lotta ha resistenza fisica e mentale e riesce a mantenerla anche nelle peggiori condizioni.
Esattamente come quando si resiste alla presa di un avversario che ci schiaccia a terra e si guadagna centimetro dopo centimetro per liberarsi, la lotta stimola la capacità di mantenere bassi i propri livelli di stress per lunghi periodi di tempo.
Autodifesa verbale: Il segreto è che non ci sono scorciatoie.
La brutta, bruttissima notizia è che occorre farlo davvero.
Non ci sono scorciatoie.
Non parliamo di combattimenti da campionato del mondo, nemmeno regionale a dire il vero, ma parliamo di combattimenti realistici.
Il Krav Maga è uno strumento eccellente in tal senso ma non è l’unico. Così come sono possibili percorsi analoghi attuati solo sulla parte psicologica con opportuni training studiati per l’argomento.
In definitiva, se te lo stai chiedendo, ebbene sì, questo vuol dire che tutti possono farlo.
Ma bisogna essere anche sinceri nel dire che pochi hanno voglia di farlo veramente.
Purtroppo, che si voglia essere combattenti o meno, la triste realtà è che prima o poi tutti siamo chiamati a combattere.
C’è chi sceglie semplicemente di essere pronto.
… e aggingerei, libero di esserlo.
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Di seguito alcune risorse aggiuntive per completare il quadro: